Il freddo di questi giorni
apre ferite incerte
quelle denudate appena
quelle quasi senza dolore
una trama visibile solo
tra gli specchi
che mai guardiamo
stipati nel sottoscala
tra polvere e fuliggine
la sala d’attesa
è di sedie affollata
la strada è gelata
—-
non consoci il freddo che perdura
né la corda tesa nello slargo
scopri la ritrosia dei sassi
prigioni di ore
dove stridono le mura
la lingua forata dal chiodo
fisso e incurvato
sulla scena ferma
senza nulla comprendere
stai dritto sui tuoi piedi
non cerchi
quello che trattieni
—–
Sente il tempo che si arresta
sul pavimento suo nascondino
ordina le biglie sbucate dal buio
ricordo consumato e chiuso
(passando per i giorni di scuola
le fughe sulla linea dei muri)
oggi tace nel suo specchio
la sagoma spillata sulla parete
l’occhio che non vede
il cerotto sulla quiete
Antonio D’Agostino
Proponiti per pubblicare Antonio: ti comprerei con vero piacere nella bianca Einaudi (e non parlo per piaggeria o semplice benevolenza tra amici: ciò che scrivi ha forza).
caro ulisse
antonio mi pare stia scrivendo cose molto intense. insieme a elda e fabio (in attesa dei grandi editori) potrebbe pubblicare una plaquette firmata comunità provvisorie (ma dobbiamo trovare modo di organizzarci)
Piace molto anche a me.
L’idea di plaquette firmate Comunità Provvisorie mi sembra molto graziosa…
siete troppo gentili. un abbraccio