Nomi

entroterra #4 – di Luigi Nacci (*)

luigi nacci

Più che di Italia interna, o di Italia esterna (come quella in cui vivo, Trieste), io parlerei di Europa profonda. Draga Sant’Elia, Gallicianò, Yanguas, Orlec, Homoljac e così via, ciascuno di noi dovrebbe compilare una lista dei paesi con meno di cento abitanti che conosce e ha visitato almeno una volta, e poi dovremmo scrivere quei nomi sulle facciate dei grattacieli, delle scuole, delle banche, striscioni sui cavalcavia, cartelloni sulle autostrade, i nomi dovrebbero perseguitarci ovunque, dovremmo mandarli a memoria e con essi i nomi degli ultimi abitanti, i nomi non dovrebbero darci tregua, dovremmo nominarli in continuazione, ruminarli tutti i giorni.

C’è un continente profondo che scompare e che prima di tutto va ricordato.

Prima ancora di stanziare finanziamenti o di fare reportage, dobbiamo fare una campagna europea per la custodia dei nomi. Voglio che a scuola venga studiata la storia di La Mata, duecento chilometri in linea d’aria da Madrid, villaggio di zero abitanti della provincia di Soria, in Spagna, del perché cinquant’anni fa è stato abbandonato dal suo ultimo abitante, e voglio che si faccia lo stesso con Vergnacco, Vrnjak, Istria, Croazia, venticinque chilometri in linea d’aria da Trieste.

Prima di pensare qualsiasi progetto dobbiamo imparare i nomi dell’Europa profonda.

(*) Poeta, scrittore, viandante

Entroterra è una rubrica-laboratorio che vuole restituire la ricchezza dei saperi e delle visioni sul tema delle aree interne raccolti in questi 20 anni di paesologia, moltiplicandoli in nuove riflessioni e sperimentazioni. Da martedì 9 giugno 2020, ogni settimana, il sito casadellapaesologia.org si arricchirà del contributo di una delle voci e delle menti che “abitano” la Casa. Segui la sua pagina Facebook per rimanere aggiornato e iscriviti alla newsletter qui in basso per ricevere i contenuti sulla tua posta elettronica.

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