arminio da doppiozero
Che cosa ci sta accadendo, cosa sta accadendo a noi come persone? C’è un’agenzia di rating che declassa i nostri titoli morali, il nostro prestigio di esseri umani. In giro vediamo solo facce scontente. L’ardore viene scambiato per follia. Il modello è la rete, è facebook. Una cosa la dico io, una la dici tu e andiamo avanti. La parola come porta girevole. Siamo in mezzo a questi spifferi. L’occidente occulta la sua bancarotta spirituale mettendoci davanti agli occhi la crisi economica. In Italia discutiamo da anni di un uomo terrorizzato dalla morte senza essere capaci di vedere dove va a inabissarsi ognuno di noi ogni giorno. Siamo inumati nelle fosse comuni dell’autismo corale, la rete è il nostro nuovo cimitero. Al posto della faccia sul profilo di facebook dovremmo mettere una croce. La soluzione non è tacere, non è andare altrove, verso un reale che non c’è. Bisogna
solo avere il coraggio di dire come ci sentiamo, dove pensiamo di trovarci. Questo possiamo fare per il mondo, dire la nostra insofferenza, dire la nostra immaturità, la nostra incapacità di scegliere, riconoscere che siamo doppie punte di una chioma che non c’è. La rete mi dà l’impressione di trovarmi di fronte a tante criniere al vento, ma non c’è il cavallo. Si può dire quanto ci fa schifo la casta, ma non quanto amiamo un libro. Berlusconi è un best seller che dura da quindici anni, è un romanzone, un pacco che ci passiamo ogni giorno tra le mani. E mentre facciamo questo lasciamo cadere i libri belli. La politica ormai vive grazie alla sua crisi, l’orrore che produce è in fondo uno spettacolo da consumare. Un sistema di questo tipo non si riforma, deve essere messo a ferro e fuoco. Ma da chi? E come? Quale palazzo bruciare? Come sottrarsi allo spettacolo di una nazione che vuole solo morire, che non ha alcuna passione per il futuro e nemmeno per il passato. Come si fa a non capire che pagare mille euro di tasse in meno o evitare di andare in pensione un anno più tardi non serve a niente? Quello che ci serve è squarciare queste teche in cui ognuno si è sistemato. Ci vuole che torni a circolare un’energia comunitaria, quella che spira in un luogo dove è appena arrivato un terremoto. La rete accoglie ogni tipo di discorso, ma il bagliore consentito è sempre quello di un cerino. È proprio un problema di capienza. Le emozioni vere sono troppo pesanti e la rete non li accoglie, accoglie solo il loro simulacro. Siamo esseri zippati, avviliti da una democrazia zippata: vanno in rete le nostri immagini, le nostre parole, il corpo resta a casa. Il nostro corpo è in esilio e ogni forma di comunicazione non fa che ravvivare questo esilio. Berlusconi pure lui ha lo stesso problema, in fondo stringere le mani ai capi di altri Stati non gli bastava per sentire veramente il suo corpo, per sentire un po’ di contentezza. Voleva mettere in gioco le sue pulsioni più vere, la sua immaturità, il suo bisogno di follia che è anche il nostro.
Che dire , franco . Ho spesso la sensazione che ci facciamo a vicenda e ad oltranza una sorta di manutenzione del dolore …. certo , ci sono speranze ancora non svuotate di nervi , e la tua prosa ce lo dimostra , ma negli ultimi tempi mi chiedo spesso cosa sta diventando , è diventato , il tempo . la risposta che mi sovviene è questa : una sorta di gabbia stretta , in cui sembra anche difficile far sentire fuori che ogni tanto partoriamo un “canto” , che è di contestazione , rabbia , poesia che pretende di prendere spazio nelle anime dei dormienti , che sembrano caduti in un sonno di piombo . il nostro è un sogno che deve combattere nel sonno della massa , chi vuole svegliarsi è già qualcosa , ma se non trova compagni di strada , il risveglio potrebbe essere più penoso del dormire .
Non amo usare la parola speranza , e non la uso . Vorrei usare la parola meraviglia , in essa sta ancora accesa una fiamma che potrebbe riaccendere il lume dell’utopia transitoria , che , per fortuna , in molti ancora custodiscono nella propria anima .
L’ italia è un popolo di apatici ormai Solo capaci di pretendere. I Governi daltro canto fanno i comodi loro, se il gatto dorme il topo …. Bisogna poi anche dire che Berlusconi non sono 15 anni che governa ma in questi ultimi solo 3 prima c’era prodi che con tante promesse e tanto di programma dopo 2 anni e mezzo è caduto, son canvinto che lo fanno di proposito cosi non ci saranno mai le riforme che servono veramente a questa Italia e che Berlusconi ha tentato in questi 17 anni di portare al termine ma sempre in’utilmente alla sinistra e ad altri non vanno bene le riforme Questo è il problema. Adesso forse si andrà alle urne ma chi saranno i candidati e i partiti sempre quelli che ci hanno portato fino a tre anni fa una sinistra che con i sindacati hanno rovinato il Paese Basta guardare i Comuni governati dalla sinistra in che condizioni sono Troppo comodo vivere sulle spalle dei lavoratori e poi portarli in piazza a manifestare Vergogna
Ieri sera tornando da napoli mi dirigevo verso bari. Avevo il sole dietro e la luna di fronte. al centro ci siamo noi e il vento. E’ come se stessimo nell’otre pensavo.
Abbiamo ceduto i voti per rinchiuderci, con un colpo di mouse, dietro uno schermo di clausura.
Rompere la rete e lasciare che il corpo precipiti a terra, senza impatto non c’è nessuna “terracarne”.
I tuoi colpi allo stomaco fanno male ma ci aiutano a cercare a fatica un senso alle nostre crepe, ferite, cinismi,frane. Luomo moderno crede sperimentalmente ora a questo,ora a quel valore,per poi lasciarlo cadere; il circolo dei valori superati e poi lasciati cadere è sempre più vasto; si avverte sempre più il vuoto e la povertà dei valori; il movimento è inarrestabile – sebbene si sia tentato in grande stile di rallentarlo.Alla fine l’uomo osa una critica dei valori in generale; ne riconosce l’origine, conosce abbastanza per non credere in nessun valore; ecco il pathos ,il nuovo brivido…quella che racconti è la storia possibile dei prossimi due secoli….un pensiero ossssionato dal nulla e un sentimento che si riveste di speranza….Quelleo che tu racconti con sofferenza è la storia di un concetto ,di un sentimento o di un problema? I veri problemi filosofici ,politici ed esitenziali non hanno soluzione tuttalpiù una storia personale o di una prassi sociale che comunque parte dalla centralità delle persone in carne ed ossa
Bellissimo scritto, magnifico!
Non puoi fare una crepa nel vuoto ma potrai fare tante crepe nella coscienza. La coscienza è come il cielo infinita ma non vuota; essa registra tutte le perturbazioni socio-individuali. Franco sa dire con fervore e profondo convincimento questo status dove noi “occidentati” – leggi: della civiltà occidentale accidentata – siamo precipitati e vuole donarci quella scossa di pensiero e utopia per ravvederci. Vuole che la coscienza sia carne, volto per una lacrima e per un sorriso. Vuole che ognuno sia meno “fingitore” ma cruda realtà, cielo per accogliere l’umanità sofferente e smarrita. Bisogna uscire da questo incubo delirante e sapere che la coscienza è anche la mano tesa per disarmare e accarezzare l’umanità, ovvero l’altro accanto a me : mai totalmente ignaro !…-
Grazie del post e saluti carissimi a tutti, Gaetano Calabrese
il mio commento è qui, scritto su uno dei miei due monitor
http://www.flickr.com/photos/63970261@N02/6241238227/in/photostream
scattata la foto l’ho caricata e oplà
che bel luogo, questo.
un abbraccio.
giovanna
L’ha ribloggato su .